Progetti speciali

Benessere Digitale: menti riunite per un futuro in E-quilibrio

Benessere Digitale: menti riunite per un futuro in E-quilibrio

Venerdì 4 ottobre ho avuto il piacere di partecipare all’evento “Benesseri Digitali: alla ricerca dell’E-quilibrio”. Tra vecchi incontri e nuove conoscenze, la giornata è stata una fucina di stimoli.

Ormai è chiaro che del benessere digitale non bisogna solo parlare: è il momento di agire. Su questo presupposto insieme a Social Warning – Movimento Etico Digitale è stato organizzato un evento per riunire alcuni dei principali professionisti che si occupano del tema in Italia.

Gli speaker hanno portato la loro esperienza e professionalità per affrontare il tema sotto diverse prospettive. Dall’educazione alla psicologia, dall’alimentazione alla creatività, sono molti i campi che condividono in modo trasversale problematiche legate all’ambiente digitale.

Ciò che si può osservare in ogni contesto è infatti un un rapporto tra umano e digitale in rotta di collisione, in cui il primo viene trascinato e modellato dalla freneticità del secondo. La giornata si è sviluppata attorno alla comprensione di tale subordinazione condividendo anche possibili soluzioni per ribaltare la relazione.

Gli argomenti sono vastissimi ma cercherò comunque di sintetizzare alcune idee emerse dai vari talk.

Rallentare per scendere in profondità

Alessio Carciofi ha parlato dell’importanza di rallentare per trasformare la FOMO in JOMO. Spesso infatti siamo portati a pensare che fare meno cose significhi perdere qualcosa, quando invece abbiamo sempre più bisogno di riacquistare tempo e spazio di qualità. In un certo senso occorre spostare l’attenzione: non si tratta di essere più veloci, ma di trovare il proprio ritmo. Per compiere tale ricerca, Carciofi propone di scendere in profondità, invece di guardare sempre avanti in modo acritico, perché solo analizzando ciò che siamo ora possiamo comprendere i nostri veri bisogni.

Benessere Digitale - Carciofi e Zamperini

Alle fondamenta delle Big Tech

Nicola Zamperini è giornalista e autore del libro “Manuale di disobbedienza digitale”. Prendendo spunto dal festival “Burning Man” e dall’impatto di questo nella cultura aziendale delle Big Tech ha svolto con un sistematico smascheramento delle narrazioni ingannevoli radicate dietro alle tecnologie digitali.

Analizzando il decalogo dell’evento annuale che si svolge nel deserto del Nevada, Zamperini osserva come i principi alla base del festival siano stati trasposti e mistificati nell’infrastruttura delle piattaforme social. Attraverso un’ardita operazione semantica la vendita dei nostri dati viene mascherata dal dono di servizi gratuiti di messaggistica, imprenditori capaci di affabulare politici e stakeholders si autodefiniscono “artisti” e “creatori di nuovi mondi” e, in nome di una fantasmagorica libertà di espressione tutta da dimostrare, accettiamo le più bieche storpiature informative. In questo modo le maggiori compagnie tecnologiche possono hackerare i già fragili sistemi democratici, donandoci l’illusione di renderci più emancipati che mai quando in realtà minano alla base i capisaldi del nostro libero agire.

Cibo-Corpo-Social

Sara Annibali, specializzata in psicologia ed esperta in arteterapia, ha indagato il rapporto tra social network, cibo, corpo e rappresentazioni, concentrandosi su come le piattaforme incentivino comportamenti e abitudini errate. Tra le modalità principali troviamo l’uso di filtri sviluppati appositamente per alterare il proprio aspetto avvicinandolo a canoni estetici precisi, effetti di spettacolarizzazione, sfide online in cui si richiede di aderire a modelli fisici che dovrebbero rispecchiare standard di benessere. Più insidiosi e complessi da identificare sono poi i profili che condividono consigli su alimentazione e stili di vita che non trovano alcune legittimità in studi scientifici, e che spesso diffondono messaggi pericolosi proprio per la salute, fisica e mentale.

Post e reels di questo tipo, specie nei più giovani, inducono una serie risposte caratterizzate da ansia, attivazione del circuito di ricompensa, eccesso di autocritica, alterazione dell’appetito, body checking compulsivo e isolamento sociale. Questo non significa che vi sia una correlazione univoca tra disturbi alimentari e social network ma occorre tener conto che, questi ultimi, pur non non essendo causa diretta del fenomeno, possono incentivare e coadiuvare comportamenti patologici.

Quali possono essere le soluzioni a queste problematiche? È fondamentale partire dall’educazione al digitale per promuovere un utilizzo critico e consapevole dei social, promuovere modelli reali per normalizzare le diversità dell’aspetto umano, chiedere normative più rigorose per le piattaforme e creare spazi di confronto sicuri per offrire supporto.

Benessere digitale - Sara Annibali

Menti libere di vagare

Monica Bormetti, psicologa specializzata in benessere digitale, ha posto l’attenzione su come la creatività e il problem solving siano minacciati da un ambiente iperconnesso. Per farlo ci ha spiegato la differenza tra onde Beta e onde Alfa. Le prime riguardano l’attività cerebrale durante lo svolgimento di task precisi, in cui vengono attivate specifiche aree per portarli a termine. Le seconde invece riguardano le fasi in cui il cervello è uniformemente attivato e non focalizzato su un compito. Queste ultime facilitano la libera associazione e l’insight, quell’illuminazione che ci colpisce quando meno ce lo aspettiamo, come quando ci troviamo sotto la doccia, nel sonno o in viaggio.

Un sovraccarico cognitivo provocato o quantomeno sostenuto da un uso eccessivo delle tecnologie digitali, erode questi momenti della nostra vita. La mancanza di vuoti in cui lasciare la mente libera di vagare ha ripercussioni anche sul riconoscimento degli stimoli del nostro corpo (interocezione) e sul nostro modo di prendere decisioni.

È quindi necessario dedicare tempo all’ascolto di noi stessi, delle nostre emozioni e lasciare vagare la mente in modo libero. Per farlo Bormetti suggerisce di applicare vari metodi, dal Time Boxing, andando cioè a definire blocchi di tempo per specifiche attività, la sempreverde tecnica del pomodoro ed esercizi di rilassamento, attraverso cui potersi riconnettere con le proprie sensazioni fisiche.

Benessere Digitale - Monica Bormetti

Produttività e digital wellbeing

Marco Macrì, AD di VirtualE e fondatore di Wellbeing Hub, ha presentato una serie di case studies di aziende che hanno iniziato a introdurre regole e iniziative per incentivare un migliore rapporto con il digitale, con uno sguardo anche ai risultati ottenuti.

Abbiamo esplorato come limitare l’uso di e-mail, messaggi, smartphone, cercando di incentivare il monotasking rispetto al multitasking abbiamo sortito effetti positivi portando a una crescita consistente della produttività. Infine ha voluto sottolineare come debbano essere anzitutto i manager a dare il buon esempio per una sana cultura aziendale.

Sarebbe fantastico parlare di questi casi come la norma, ma la realtà ci mostra come ancora ci sia molta strada da percorrere in ogni tipo di impresa, dove spesso il benessere passa in secondo piano.

Benessere Digitale - Marco Macrì

Esperienze Detox in natura

Gavino Puggioni di Logout Livenow ci ha ricordato l’importanza di vivere esperienze di digital detox in prima persona. Il suo intervento non poteva iniziare in nessun altro modo se non chiedendoci di lasciare i nostri smartphone all’interno di una cassetta di sicurezza. Questa, infatti, è anche la prima azione che richiede durante i suoi percorsi di retreat. Con la sua agenzia organizza esperienze in cui ogni device è strettamente vietato. Attraverso diverse attività come laboratori creativi, seminari, sessioni di yoga e meditazione, intende promuovere un ritorno a una quotidianità capace di valorizzare gli aspetti umani oltre lo schermo.

Ha anche sottolineato come tali esperienze permettano di sperimentare il lusso di essere irraggiungibili, privilegio ormai raro per molte categorie di lavoratori. Puggioni ha evidenziato come questa condizione di continua reperibilità possa avere impatti negativi anche sulla qualità della vita e delle relazioni personali. Ci ha invitato inoltre a riflettere sull’importanza di creare spazi Digital-Free all’interno delle nostre case, ambienti in cui la tecnologia sia bandita, per favorire il riposo, la concentrazione e le interazioni con chi ci circonda.

Ha inoltre omaggiato di un Box contenente 30 sfide, una per ogni giorno del mese. Quella di oggi (di quando scrivo) mi chiede di prestare attenzione a come viene usato il telefono intorno a me.

Benessere digitale - Gavino Puggion

Less scrolling, more living

Peter Henry Rossi di Pitafocaia ha condiviso la sua esperienza come formatore di benessere digitale, partendo proprio dal Liceo che aveva frequentato. Con questo progetto vuole condividere un’alternativa alla piazza dei social confrontandosi direttamente con gli studenti.

Attraverso i corsi tenuti nelle scuole invita a ragionare sui motivi che portano a una connessione continua senza giudicare le libere scelte dei più giovani. Propone inoltre alcune pratiche per generare sane abitudini, come il Shinrin Yoku (Bagno di Foresta) per ristabilire una profonda connessione con l’ambiente naturale circostante. L’intento è creare una community che spontaneamente sceglie di limitare l’uso di device per ritrovarsi felicemente offline.

L’obiettivo è quindi promuovere una maggiore consapevolezza dei meccanismi che abbiamo appreso, come l’immersione nei contenuti online per evitare sensazioni di disagio, e spingere a un cambiamento mosso da autentiche intenzioni di miglioramento.

Benessere Digitale - Peter Henry Rossi

Digitali prima di venire al mondo

Gregorio Ceccone, specialista in Pedagogia Digitale e cofondatore di Social Warning – Movimento Etico Digitale, ha esaminato il rapporto tra tecnologia e infanzia. Ormai il nostro “essere gettati nel mondo” comincia ancor prima del parto con foto di ecografie ed esami medici pubblicati su Facebook.

Ha sollevato importanti questioni su come stabilire e seguire delle regole per proteggere i più giovani da queste influenze premature. Non si tratta di distinguere tra buoni e cattivi genitori ma di comprendere pienamente l’impatto di quello che pubblichiamo.

Per questo, con il progetto “Custodi digitali“, si impegna a formare pediatri affinché possano offrire ai genitori indicazioni preziose su come crescere i propri figli in un rapporto sano nei confronti del digitale. L’obiettivo è fornire strumenti e conoscenze per aiutare gli adulti nell’educazione dei figli garantendo loro uno sviluppo equilibrato in un mondo sempre più digitalizzato.

Benessere Digitale - Gregorio Ceccone

Soddisfazione oggi o risultati domani?

Fernanda Maio, coach e fondatrice di MindfulTech, ci ha introdotto nel mondo dei bias cognitivi per comprendere come influenzino il nostro modo di agire. In particolare ha fatto riferimento all’hyperbolic discounting bias, riassumibile come la tendenza a prediligere una ricompensa immediata, sebbene più piccola, rispetto a una ricompensa o un piacere più grande in futuro.

Questa tendenza può causare grandi problemi sul lungo termine. Occorre quindi cambiare le nostre abitudini e, per farlo, può essere utile trovare gratificazioni, piccole soddisfazioni per i progressi fatti lungo un percorso di cambiamento.

Benessere digitale - Ferdinanda Maio

Cosa porto con me

Questa giornata è stata un’occasione unica. Difficilmente si trovano momenti in cui professioni accomunati da una stessa missione possono ritrovarsi per condividere le proprie ricerche. Partecipare mi ha permesso di ritrovarmi parte di un gruppo mosso dal mio stesso intento: promuovere una cultura del benessere e della consapevolezza attenta all’uso delle tecnologie digitali.

Non si tratta solo di adoperarsi per stare meglio con noi stessi ma di stimolare un benessere collettivo e una presa di coscienza profonda delle dinamiche soggiacenti ai social, app e videogame. Il cambiamento però parte anzitutto da sé stessi.

Personalmente mi impegnerò a essere ancora più costante nelle pratiche respirazione e meditazione sia a livello personale che nella professione.

Il confronto sul benessere digitale non finisce qui. Sabato 26 Ottobre si terrà a Vicenza un evento in occasione della Giornata della Cittadinanza Digitale. A fianco di professionisti, filosofi, psicologi ed educatori, avrò modo di portare sul palco la mia esperienza e alcune mie riflessioni, attraverso la parola e anche con una pratica di attenzione al respiro.

Se desideri partecipare a questo link puoi prenotare il tuo posto! Giornata Cittadinanza Digitale (Eventribe)

PS: grazie mille a Gioele Brandi per le fotografie!

Potrebbero interessarti

Meditazione: una cura al sovraccarico informativo?

Meditazione: una cura al sovraccarico informativo?

Progetti speciali Uncategorized
Negli ultimi tempi sto approfondendo sempre più le tematiche relative alle pratiche meditative. Tra i vari campi di applicazione queste tecniche possono risultare efficaci per depurarci dall’iperconnesione. Ne ho parlato a Vicenza in occasione della Giornata della Cittadinanza Digitale in…
Read more about Meditazione: una cura al sovraccarico informativo?
Read more about Meditazione: una cura al sovraccarico informativo?